Dal 1999, anno in cui la Cooperativa Sociale Integrata Passepartout è nata all’interno del S. Maria della Pietà, il Manicomio di Roma, ci siamo posti come mandato mettere in atto pratiche e opportunità che favorissero l’integrazione di uomini e donne che avessero bisogno, per i più svariati motivi, di aiuto e solidarietà.

La creazione di lavoro, ma anche l’espressione artistica, che può diventare anch’essa fonte di reddito, sono i modi attraverso i quali, da allora, ci proponiamo di intervenire nel tessuto sociale e culturale di Roma. Questo tipo di azione quotidiana, la sua qualità, ci ha fatto pensare di sviluppare differenti attività, differenziando il lavoro verso direzioni, discipline, forme espressive le più diverse ma anche, crediamo, più feconde per il raggiungimento dei nostri scopi.

Gli uomini, le donne, il lavoro, l’arte. Da qui siamo partiti, da qui continuiamo a pensare che si possano desiderare un mondo armonioso e accogliente, delle forme di relazione fuori dai cliché e dal noto, capaci di rapportarsi agli individui, ai singoli, abbandonando il vizio di costruire categorie. E il desiderio ci riporta all’arte, al teatro, al cinema.

La prima attività, in ordine di tempo, che ha coinvolto la Cooperativa Passepartout è stata quella che l’ha vista protagonista attiva nel lavoro di sostegno ed emancipazione con e per le persone che hanno problemi di salute mentale. La Cooperativa è stata tra le prime a costruire progetti lavorativi per i pazienti dimessi dalla chiusura, con la legge 180, del Santa Maria della Pietà. Tuttora gestisce i laboratori artistici di due Centri Diurni della ASL RM1: “La Voce della Luna” e “Valle Aurelia”.
Di seguito è nata Boudu-Passepartout. Questa nuova sezione della Cooperativa ha iniziato, nel 2009, a produrre e distribuire film, utilizzando il cinema come strumento per costruire panorami, immagini capaci di aiutarci a farci desiderare possibilità altre. Il cinema, per la nostra Cooperativa, è ricerca, occasione di sperimentare linguaggi e mondi abitabili. E produce opportunità lavorative, con i soci che devono e possono qualificare il proprio bagaglio professionale ed esperienziale.

Dopo il cinema, quasi come un evento inevitabile, si è formata la compagnia dei nontantoprecisi. Un gruppo di ex pazienti dimessi dai nostri centri diurni ha deciso di fondare una compagnia teatrale totalmente sganciata dalle logiche e dai lacci dei circuiti psichiatrici.

Il teatro dopo e assieme al cinema. La sperimentazione continua e continua la necessità di costruire relazioni, contatti, ricerca attraverso il lavoro con e sul corpo, la vicinanza con i corpi altrui ed un pubblico che ti respira e ti guarda da vicino.

La Cooperativa Passepartout, con nontantoprecisi e Boudu, abita e mobilita dal 2016 il centro culturale postO, grazie alla concessione di locali in comodato d’uso gratuito da Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. postO è un luogo poliedrico che unisce la sperimentazione artistica, la cura della persona, la formazione e la creazione di possibilità lavorative. Un luogo nel quale e dal quale è possibile vedere, prima che esista, l’oggetto che abbiamo in testa; sappiamo, abbiamo imparato, che le cose del mondo, i panorami che potremmo amare, possiamo pensarli e costruirli da noi.

Forse la Cooperativa Passepartout può essere pensata e descritta come un luogo del politico, dove uomini e donne, i più dei quali fino a poco tempo fa venivano visti e pensati come soggetti bisognosi di cura ed aiuto, hanno imparato a unire oggetti apparentemente eterogenei, a pensare l’impossibile, a creare oggetti invisibili, a lavorare con la propria inesauribile creatività. Un progetto complesso e articolato che tenta di affrontare in maniera collettiva e solidale le difficoltà che la nostra contemporaneità ci presenta.